Priorità rimandate ed energie sprecate

Pare sempre più incredibile come su molti mezzi di stampa ed in TV non si faccia altro che parlare delle vicende giudiziarie del PDL, delle contestazioni in Parlamento degli esponenti del M5S e delle tensioni interne al PD. Ancora peggio se si pensa che siffatte vicissitudini stanno rallentando o bloccando i lavori di un Governo che, seppure da tutti indesiderato, avrebbe le carte in regola, e per competenza di molti membri primo tra tutti il Premier Letta, e per i numeri che lo dovrebbero supportare, per ottenere buoni risultati in tempi brevi e negoziare autorevolmente le politiche europee, come sarebbe, anzi è, necessario fare nella situazione che stiamo vivendo.

Inutile ricordare i dati che ogni giorno ci confermano l’estrema difficoltà in cui versa il paese sebbene qualche flebile segnale positivo si stia cominciando a percepire; ad esempio è leggermente aumentata negli ultimi mesi la propensione al risparmio degli italiani, che ovviamente, da bravi “cassettisiti” storici, non spendono e consumano, ma tendono a depositare in banca per affrontare le incertezze del prossimo futuro.

Mi chiedo ingenuamente perché ci sia questa ostinazione ad agire lentamente e senza convinzione, eppure di cose urgenti ed importanti da fare ce ne sarebbero. Ad esempio accelerare ulteriormente il pagamento dei debiti alle PA pare infatti che vi siano dei problemi a rallentare la procedura oppure agire con un piano deciso nel tagliare la spesa pubblica. Tutti rammentano che ci sono margini, ma allora perche non pianificare già da subito dove poter aggredire? Ad esempio il centro unico di spesa è stato implementato?

Il tema del lavoro, giovanile in particolare, dalla detassazione, agli stage, all’abbattimento del cuneo fiscale, alla riforma delle agenzie per l’impiego, è oggetto di quell’accordo e di quelle misure europee previste dalla “Youth Guarantee” che dovranno essere implementate ed entrare in vigore entro la fine del 2013 per poter avere accesso a tutti finanziamenti stanziati da Bruxelles. Mi chiedo se si è cominciato a lavorare su questi importanti provvedimenti. Mi domando anche come proceda il disegno di una nuova legge elettorale e se, avendo identificato il problema del costo dell’energia come uno dei più importanti, stiano già lavorando in tal direzione. La lotta alla burocrazia? Ci sono idee concrete?

Parlando di infrastrutture l’Italia non è al livello degli altri stati membri, il superamento del digital divide è fondamentale, “e-banking” a parte l’Italia nell’ “e-commerce” è molto arretrata contrariamente a quanto avviene in Europa. Addirittura 1 italiano su 3 dichiara di non aver mai usato internet, senza considerare quelli, e non sono pochi, che lo utilizzano in modo “elementare”. Alla luce del fatto che sarà inevitabile per questioni di costi ed efficienza digitalizzare ove possibile servizi e pubbliche amministrazioni, un piano di educazione digitale  potrebbe essere fonte di occupazione, risparmio e creare valore aggiunto per tutta la cittadinanza? Le strade, le ferrovie, le grandi e le piccole opere a vario titolo bloccate sono in via di sblocco?

Uno studio redatto dalla Università Luiss assieme alla Enel Foudation ed all’Aspen Institute rivela che su un campione di 40 aziende il 50% dichiara di essere rallentata nel proprio sviluppo a causa di infrastrutture inefficienti (energia, comunicazioni, internet, trasporti ecc), non sarebbe il caso di confrontarsi seriamente col problema?

Limitatamente a questi pochi esempi sembra che di cose da fare ce ne siano, perché allora non cominciare di buona lena ad affrontarle?

Il declassamento del debito italiano (in genere quelle delle aziende segue a ruota) operato da S&P  sembra sorprendente, ma non è proprio così, come non è vero che non abbia avuto conseguenze, gli oltre 9.5 miliardi (ottimo risultato per la richiesta)  di BoT collocati il giorno seguente hanno superato l’1% di interessi. Sicuramente queste agenzie lavorano in regime di conflitto di interessi, ma risposte chiare dal nostro paese su provvedimenti e riforme strutturali non sono ancora pervenute. La CIG è stata rifinanziata fino a dicembre con fondi destinati alla produttività, le piccole opere con quelli destinati alla TAV, l’IMU e l’IVA saranno coperte, ma da cosa precisamente? Il ministro Saccomanni dice che sarà presentato un piano di dettaglio, ma una dichiarazione non soddisfa S&P. Oggettivamente come sarà affrontata la disoccupazione, i problemi delle imprese o l’elevato livello di tasse? Come si cercherà di incrementare l’export? Si è detto quasi di sfuggita di voler ottenere rendite dal patrimonio immobiliare, benissimo, ma come? Vendendo o creando un fondo privato (ipotesi più probabile)? E quanto potrebbe essere ricavato? Si sono sentiti numeri da 50 a 400 miliardi di €, testimonianza che le idee non sono proprio chiare.

Con tutte queste incertezze non stupisce se le “tremende” agenzie ci osservano e ci penalizzano, attualmente per S&P abbiamo lo stesso rating del Marocco, BBB a due passi dal livello spazzatura; titoli spazzatura, per statuto non possono essere acquistati da molti fondi, istituti bancari o Governi ed allora sarebbe davvero la fine.

Perché è così difficile capire che le priorità sono altre rispetto a ciò che sta bloccando la politica? Nel mentre il debito aumenta attestandosi a oltre 2’057 miliardi di €  e su un noto quotidiano spunta l’ipotesi di qui a fine anno di una “mini-manovrina” fiscale per coprire IMU ed IVA … ma tanto ci sarà il piano di Saccomanni.

 

10/07/2013

Valentino Angeletti

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3 Risposte

  1. […] tricolore sempre troppo corta 14/06/2013 Incomprensibilmente ancora troppi attriti 07/07/2013 Priorità rimandate ed energie sprecate 11/07/2013 Superare l’impasse agostana, poi concentrarsi sul concreto 20/07/2013 Mediaset, ma non solo, a […]

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