Molto Soft e low profile, ma la richiesta di allentamento si concretizza

Dovrebbe essere già giunta o al limite ancora in viaggio la lettera che il MEF ha inviato alla commissione europea, ove si chiede di concedere all’Italia un anno in più per il raggiungimento del pareggio strutturale di bilancio,vale a dire l’azzeramento del deficit, che slitterebbe dunque dal 2015 al 2016. Rimarrebbe invece confermata la tempistica per il rientro del debito.

La richiesta si inserisce all’interno del Documento di Economia e Finanza, DEF, ed era stata anticipata da colloqui privati su questa eventualità e sul DEF stesso in occasione della visita del Ministro Padoan a Washington (In occasione del viaggio a Washington si fece l’ultimo riferimento alla necessità di allentamento vincoli).
Il momento, fino ad ora rimandato, si è quindi concretizzato, l’Italia ha fatto il passo, sicuramente molto soft e low profile, di avanzare alla Commissione qualche richiesta di allentamento dei vincoli, proprio a poche settimane dall’inizio del semestre di presidenza.
La situazione risulta oggettivamente complessa: l’inflazione è ben sotto il target EU del 2% (in alcuni paesi prossima allo 0, in Svezia già negativa), il livello di disoccupazione continua ad essere molto alto (in particolare nel nostro paese), la stagnazione dei consumi si sta ripercuotendo sia in Europa che nelle economie emergenti per le quali l’export rappresenta una grande fetta di PIL.
Alla luce di ciò e nonostante i deboli ed incerti segnali positivi è chiaro che qualche azione (politica monetaria da parte della ECB ed allentamento dei vincoli da parte della EU per consentire spese produttive) debba essere intrapresa ed è altrettanto chiaro che, senza input esterni, difficilmente potrà venire direttamente da Bruxelles oltretutto alla vigilia delle elezioni.
Molto interessante sarà attendere la reazione della Commissione che non dovrebbe avere particolari obiezioni ad un simile allentamento, sempre a patto che il DEF e con esso tutte le riforme istituzionali ed economiche che il nostro paese deve affrontare siano precise, chiare nelle coperture, sostenibili e strutturali nel lungo termine in altre parole convincenti.
Ad esempio ad inizio anno tardammo a presentare il piano di spending review (Link) il quale non parve essere particolarmente apprezzato per la chiarezza relativa alla definizione dei gettiti. Una simile situazione non deve ripresentarsi, tanto più che il taglio della spesa (la cui efficacia sul 2015 è messa in discussione dalle stime di Bankitalia), gli interventi a sostegno delle famiglie e delle imprese, l’incentivazione del credito (tema centrale assieme all’occupazione del venturo semestre italiano in Europa) e pagamento dei debiti delle PA sono cardini fondamentali per rispettare i parametri di rientro del debito e puntare all’azzeramento strutturale del deficit dal 2016, ma ancor prima per rilanciare il sistema economico (senza falsi ottimismi).

A tal proposito è bene ricordare che alcuni debiti alle PA erano già stati indicati come in via di pagamento, ma nella realtà delle cose per i mille cavilli burocratici, da estirparsi assieme ad evasione e corruzione, che attanagliano il nostro paese, la somma allocata non è giunta in toto ai destinatari, anzi in buona parte si è arenata tra carte, scartoffie ed uffici. Analogamente circa la questione del credito proprio in questi giorni emergono le rimostranze delle banche, con ABI in testa, che sostengono di potersi trovare in difficoltà nell’erogazione del credito a causa dell’aumento della tassazione sulla plusvalenza legata alla rivalutazione delle quote di Bankitalia (da 12 a 24% proprio nell’anno degli stress test) che peserebbe per circa un miliardo di € complessivamente.

Questo ragionamento non può non far emergere due considerazioni, la prima è che negli anni della crisi le banche hanno ricevuto enormi quantità di denaro dall’Europa, dagli stati nazionali (in Italia 3.7 miliardi sono andati sotto forma di prestito ad MPS che attualmente si trova in gravi difficoltà ed avanza l’ipotesi di un ulteriore ADC di 5 miliardi, del resto immediatamente si disse con un tasso del 9% sarebbe stato impossibile, viste le condizioni dell’istituto da sostenere Link1Link2) e dagli azionisti sotto forma di ADC senza che dal canto loro gli istituti erogassero il corrispondente credito prediligendo l’acquisto di titoli o i depositi overnight. Il secondo punto è legato al fatto che la tassazione sui capital gain e sulle rendite finanziarie per i privati cittadini verrà innalzata dal 20 al 26% a partire da primo luglio, non si capisce il motivo per cui ciò non dovrebbe valere anche nel caso delle plusvalenze legate alle quote di Bankitalia.

Tornando al contesto europeo, la reazione della Commissione all’ epistola di Padoan potrà fornire indicazione su quale vorrà essere la linea: quella di mantenere un insensato rigore; o quella di, pur mantenendo paletti e controlli sull’efficienza della spesa e dell’impiego delle risorse, aprirsi a possibili concessioni.
Che il modello di Europa fin qui perseguito non sia stato vincete lo hanno dimostrato i fatti, lo ripetiamo fin dagli albori di questa crisi e lo dimostrano i contenuti, più o meno radicali, dei programmi di tutti i partiti, che in caso di vittoria promettono almeno un cambiamento dell’Europa che sia più vicina alla realtà e meno al rigore.

Ora sta alla Commissione ed alla ECB prenderne atto e comportarsi di conseguenza, scegliendo se divenire più malleabile nei confronti di una economia ed un mondo globalizzato che lo richiedono come requisito di sopravvivenza ovvero se continuare ad essere inflessibili allungando nei tempi ed aggravando nei modi il disagio sociale ed il rigetto verso l’istituzione Europea che ci dovrebbe rendere orgogliosi di farne parte.

15/04/2014
Valentino Angeletti
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6 Risposte

  1. […] dell’economia si è esposto con l’Europa inviando la famosa lettera a Bruxelles (Link) dove facciamo finalmente sentire le nostre ragioni chiedendo un anno in più per il pareggio […]

  2. […] chiede più tempo per il rientro del deficit strutturale ed ancora in attesa di risposta ufficiale (Lettera a Bruxelles) e si accoda alle richieste della Lagarde di utilizzare politiche monetarie ancora più accomodanti […]

  3. […] lancia un messaggio alla ECB di Draghi per una politica monetaria più aggressiva? 29/04/2014 Molto Soft e low profile, ma la richiesta di allentamento si concretizza 16/04/2014 Merkel in Grecia, Lagarde a Washington, ed una strategia politico-economico-monetaria contro la […]

  4. […] preservato, qualche concessione, che può configurarsi in più tempo per il pareggio di bilancio (come chiesto da Padoan a Bruxelles – Link ma di cui Draghi non sembra entusiasta – Link), una differente applicazione della golden […]

  5. […] Nulla di nuovo, anzi previsto (e qui c’è scritto, 16/04/2014): Molto Soft e low profile, ma la richiesta di allentamento si concretizza […]

  6. […] dovranno essere misurati tra 18 mesi, Il ministro aggiunge poi una frecciata, non la prima (LINK), alla BCE esortandola a fare il proprio dovere e riportare l’inflazione al condiviso target del […]

Scrivi una risposta a L’ora ics un inizio, effettivamente perfettibile, ma mai intrapreso prima | Valentino Angeletti Cancella risposta