Archivi tag: 80€

Rezi-Sangalli: 80€ utili? Certo, ma il contorno non va

L’ennesimo botta e risposta tra il Premier Renzi ed un esponente datoriale, in questo caso il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli, ha cavalcato il rame (anche se sarebbe stato meglio la fibra, ma siamo in Italia, digital divide…) del web e l’etere delle trasmissioni radio televisive.

Il tenzone ha riguardato nuovamente l’utilità e l’impatto sui consumi degli gli 80€ del bonus Irpef erogato alla fine della scorsa primavera e divenuto strutturale pochi giorni fa. Secondo la Confcommercio l’incentivo è risultato inutile, invisibile ed è stato riversato nei consumi solo per un quarto (1.61 mln su 6.45 mln €) portando così ad un incremento a giugno dello 0.1% rispetto a maggio e dello 0.45% tendenziale; secondo i calcoli dell’associazione dei commercianti in caso di totale spesa del bonus avremmo dovuto assistere ad un aumento giugno su maggio dell’1%. La conclusione di Sangalli è che l’intervento non è stato percepito come strutturale, ma episodico, è stato destinato al risparmio non alla spesa e non ha sortito quell’effetto Shock sul breve termine tale da far ripartire i consumi.

Il Premier, rispondendo da far suo, ha consigliato a Sangalli di chiedere ad uno dei 10-11 milioni di beneficiari del bonus per verificare se sia stato così inutile.

La risposta di Renzi è inattaccabile ed inopinabile. Contrariamente quella di Sangalli pare un po’ superficiale e di parte forse perché risentito, e non a torto, dall’impossibilità di mantenere la promessa di estendere il bonus anche ad altre categorie come partite iva, artigiani, commercianti, autonomi, ed incapienti. E’ proprio tra queste fila che si annida il bandolo vero della questione.

Che la misura da 80€ fosse un intervento redistribuivo e che non potesse rappresentare uno shock immediato per l’economia era evidente fin da subito. Nessuno si aspettava tanto e non era di certo l’obiettivo del provvedimento, lo shock di immediato impatto sull’economia è nelle corde solo ed esclusivamente della ECB con un intervento straordinario di QE direttamente nell’economia reale, nessun altro, né Stati, né Europa hanno gli strumenti tali da avere un effetto shock di brevissimo termine su consumi; essi possono agire in modo più lento e strutturale come sulla tassazione, sull’accesso al credito, sugli investimenti, ma sono misure che hanno un loro ritardo fisiologico ed i cui effetti non possono essere riscontrabili mese su mese. Il bonus, come si scrisse: L’ora ics un inizio, effettivamente perfettibile, ma mai intrapreso prima 19/04/14 , avrebbe dovuto rappresentare l’inizio di un precorso virtuoso evidentemente perfettibile ed insignificante se fine a se stesso, ma parte di un piano che va nella direzione giusta.  Anche il clima di fiducia è lievemente aumentato dopo l’intervento (Fiducia dei consumatori: “sentiment” che attende di essere confermato 29/04/14), ovviamente si trattava di un clima da confermare e che potrebbe assolutamente essere stato rivisto a causa dell’impossibilità dell’estensione del bonus (benché sia divenuto strutturale in uno scenario plumbeo: Bonus Irpef strutturale, ma in uno scenario plumbeo 18/07/14) ed a causa delle continue rettifiche al ribasso sulle stime di crescita del PIL, stime che fanno chiedere alle persone comuni quanto competenti siano coloro che analizzano e prevedono le tendenze. Un crescita effettiva a -0.2%, rispetto ad una stima definita allora prudenziale (potrebbero esseri belle sorprese, dissero)  di +0.8%, con uno scarto di 1% rispetto al dato reale (-0.2%) fa domandare se non sia il caso di mandare a casa qualche analista.

Rispetto alle argomentazioni di Sangalli però il punto dirimente risiede nella platea degli esclusi dal bonus. Credo che coloro che hanno percepito gli 80€, quindi persone con redditi tra gli 800 ed i 1500€ netti al mese, magari con famiglie, figli, mutui o affitti a carico, abbiano avuto ben poco margine per destinare i denari al risparmio, ma li abbiano riversati in consumi di prima necessità come cibo, medicinali, visite mediche oppure a ripagare debiti o spese contratte (bollette, mutui, bolli, prestiti, rette scolastiche, mense ecc) effettivamente non annoverabili tra i consumi. A causa del perseverare delle condizioni macro economiche negative, con disoccupazione sempre altissima, continua stagnazione economica, impossibilità di accedere al mondo del lavoro, incertezza sul futuro, altissima pressione fiscale per lavoratori autonomi, incertezza normativa su eventuali anticipi di tasse, incertezza sull’IMU, ritengo siano stati gli esclusi dal bonus Irpef a diminuire i propri consumi, per creare un portafoglio di salvaguardia imprevisti, ad un tasso molto più rapido con incidenza molto maggiore (anche perché numericamente superiori) rispetto a quanto i beneficiari del bonus abbiano incrementato i loro consumi.

Analogamente il discorso può valere anche i lavoratori dipendenti esclusi per via di un reddito superiore ai 26’000€ annui. Anche nel loro caso, non navigando comunque nell’oro né potendo contare su promesse di futuri bonus, è molto probabile, ed anche più facile per via del loro maggior agio economico, aver assistito ad una incrementata propensione al risparmio (effettivamente i dati mostrano una propensione al risparmio in aumento).

Non è quindi corretto aver aspettative per il futuro, o averne avute per il passato, eccessive dal singolo intervento sul bonus Irpef, questo sarà complessivamente insignificante se non inserito in un contesto di riforme economiche e di governance ben più ampio che agisca strutturalmente per ridistribuire ricchezze, innescare la spirale virtuosa di: “incremento potere d’acquisto-consumi-produzione” bloccata fin dall’inizio della crisi, rinnovare completamente il modello economico su cui si basa l’italia. Evidentemente una partita così complessa ed articolata va giocata assieme all’Europa ed all’ECB il cui compito sarebbe quello di shockare immediatamente l’economia per avere quell’effetto che Sangalli ricercava erroneamente negli 80€.

Come la modernità e la globalizzazione ci impongono per non farci ingannare dal particolare rispetto al totale, ogni circostanza va letta nel suo contesto e con le sue condizioni al contorno, altrimenti si rischia di cadere vittima delle estrapolazioni e giungere a conclusioni frettolose.

05/08/2014
Valentino Angeletti
LinkedIn, Facebook: Valentino Angeletti
Twitter: @Angeletti_Vale