Avanti QE!! Ma la garanzia rimane un’incognita non esente da rischi e la posizione tedesca ha prevalso.

Giunto il giorno QE, acquisto illimitato di titoli di debito Sovrano da parte della Banca Centrale Europea, non ci sono stati colpi di scena da parte di Draghi e QE è stato. Anche l’entità non sembra trascurabile. Bene dunque la decisione della BCE di procedere con i QE, anche se sicuramente molto in ritardo (qui come altrove la misura era da tempo invocata), almeno 18 mesi, ma meglio tardi che mai.

Il piano prevede l’acquisto fino a 60 miliardi di € al mese fino a settembre 2016, 19 mesi quindi per un totale di 1’140 miliardi di € teorici, o comunque fino a quando l’inflazione non avrà raggiunto il target leggermente sotto il 2%. Non potrà essere acquistato più del 33% di un debito sovrano e mai più del 25% per relativamente ad ogni singola emissione, le scadenza vanno dai 2 ai 20 anni. Una bella somma anche se non paragonabile a quella della FED del 33% più consistente su base mensile, ma ci si può accontentare.

La perplessità riguarda però la struttura di garanzia perché l’80% dei bond verrà garantito dalle Banche Centrali Nazionali (Bankitalia nel nostro caso) ed il restante 20% dalla BCE stessa, che scende all’8% considerando che il 12% è relativo ad eventuali emissioni di altri soggetti europei come BEI o ESM garantiti pariteticamente da BCE ed istituti nazionali (riducendo la quota parte dei 60 miliardi che verrà impiegata per acquisto di titoli di stato a poco più di 50 mld).
Il che vuol dire che la maggior garanzia (80%) a copertura ad eventuali default (un caso talmente problematico da diventare solo uno dei tanti problemi che si creerebbero, seppur il precedente Greco esista), o anche ad ondate speculative sugli spread (e l’Italia dopo la Grecia è la prima preda) è fornita dalla Banca Centrale Nazionale stessa, ossia dallo Stato, ossia dai cittadini che non è escluso possano dunque dover essere chiamati a contribuire in un qualche modo (leggasi tasse o come vedremo dopo riserve auree) se le cose non dovessero andare proprio come previsto e, facendo i debiti scongiuri, fino ad ora non sono mai andate come previsto in campo monetario.

Ancor peggiore è il messaggio che traspare dalle mosse della BCE, ossia che per quanto remoto un default è possibile (se ne accorgeranno anche i mercati di questo risvolto non troppo sottile) e pertanto l’istituto di Francoforte, sicuramente sospinto dalle pressioni tedesche, ha ritenuto di chiedere garanzia alle Banche Nazionali. Inoltre gli acquisti verranno fatti in proporzione alle quote delle singole Banche Nazionale nella BCE stessa e quindi in prevalenza verso la Germania (con il suo 17% nella BCE), ma anche il 12% italiano non è trascurabile. Alla luce di questa percentuale si evince anche che la garanzia che deve assicurare l’istituto di Visco è coperta in buona parte dalle riserve auree del tesoro. Per il nostro paese poi si andrà a delineare un’ulteriore nazionalizzazione del debito, o meglio della sua garanzia, già detenuto per la maggior quota da banche nostrane, comportando che in caso di problemi di solvibilità e di eventuale uscita dall’Euro (ipotesi che comunque sarebbe drammatica) gli istituti e gli stati esteri avrebbero meno interesse ad operare un salvataggio nei nostri confronti, mentre ad essere penalizzati sarebbero i detentori, istituti italiani, cittadini e Bankitalia, del nostro debito. Quindi, ricapitolando molto semplicisticamente la BCE acquisterà titoli sovrani di vari paesi poco appetitili dal mercato e con interessi relativamente bassi che gli verranno corrisposti (bassi interessi per 60 miliardi al mese per 19 mesi sono comunque somme non nulle), di contro fornirà liquidità al sistema per riportare l’inflazione attorno al 2% ricevendo comunque la garanzia che, nel caso peggiore di un default totale, l’80% del capitale iniettato sarà coperto dagli Istituti Nazionali, e nel caso italiano (il più problematico a livello europeo) con la certezza di sufficienti riserve auree, quello che invece è chiamata a coprire direttamente, come abbiamo visto sopra, è l’8% che probabilmente dopo qualche mese potrebbe esser già stato coperto dagli interessi corrisposti per la detenzione di Bond.

Poco rischio, buona resa e tanta immagine: gran “mossa Draghi”, il quel dopo questa soluzione è ancor meno appetibile per il Quirinale visto che anche la Merkel si potrebbe essere convinta che il Governatore sta assolutamente bene dov’è attualmente, almeno fino al 2019. Speriamo che tutto funzioni senza intoppi e che gli Stati non si adagino sugli allori (e si deve dare ragione alla Merkel quando afferma che il QE non dovrà fermare il processo di riforme) reputando a torto questa mossa una panacea o una manna, che in realtà rimarrà inutile senza le opportune riforme, investimenti, innovazione ed innesco del meccanismo “crescita potere d’acquisto – domanda – creazione di lavoro”. I soldi non sono tutto e si possono avere in grande quantità, ma a poco servono se non sono impiegati nel modo giusto e più redditizio possibile, quindi investimenti con ritorno strutturale nel medio lungo periodo come, più che strade e ponti, infrastrutture tecnologiche e digitali, istruzione, ricerca innovazione.

Insomma la vera condivisione dei rischi e dei benefici che l’UE dovrebbe perseguire con immane ritardo e che avrebbe aiutato a contrastare la crisi è ancora lontana; vero, c’è un inizio di discontinuità con una minima condivisione, ma ancora non sufficiente. In sostanza le posizioni tedesche si sono fatte nuovamente valere, infatti con il suo Rating la Germania continua a non rischiare troppo nè a voler contribuire per rendere più stabili altrui condizioni.
Rimane da augurarci che tutto vada per il meglio, non ci siano intoppi ed il denaro sia fatto arrivare immediatamente all’economia reale ed alle attività produttive, fermo restando che la mission del QE non è immettere liquidità nel sistema economico, né abbassare la disoccupazione come in USA, bensì perseguire il 2% di inflazione. Di certo l’Europa unita, quella dei popoli e della cooperazione e della condivisione quasi totale pensata dai Padri Fondatori che tutti invocano è ben altra cosa.

22/01/2015
Valentino Angeletti
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2 Risposte

  1. […] Forse si tratta del solito gioco di squadra sapientemente architettato da un tridente che fino ad ora ha avuto la meglio in quasi tutte le partite, incluso il “pareggio fuori casa” del QE. Infatti con la garanzia a carico delle Banche Nazionali dell’80% tutto sommato il provvedimento monetario è stato potentemente smorzato secondo quelle che erano le assicurazioni richieste dai tedeschi, vale a dire non condividere rischi e non pagare i debiti degli altri stati (Avanti QE!! Ma la garanzia rimane un’incognita non esente da rischi e la posizione tedesca ha prev…). […]

  2. […] e procelloso il percorso per Quirinale tra le divisioni nel PD e FI legati nel sodalizio Nazareno Avanti QE!! Ma la garanzia rimane un’incognita non esente da rischi e la posizione tedesca ha prev… Avanti QE!! Ma la garanzia rimane un’incognita non esente da rischi e la posizione tedesca ha […]

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