Interim di Renzi al MIT in attesa del nuovo Ministro per un dicastero importante per crescita ed investimenti

Lupi-RenziLe dimissioni da Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) di Maurizio Lupi, dirigente e probabilmente futuro capogruppo del NCD nonché membro di spicco del movimento Comunione e Liberazione (CL), sono arrivate ufficialmente. L’ormai ex Ministro, non indagato ed innocente fino a prova contraria, a 72 ore, e non 72 giorni come ha tenuto a precisare durante la sua informativa alla Camera, dalla pubblicazione dei fatti relativi alle tangenti ed ai favoritismi nell’ambito della costruzione del tratto fiorentino della TAV che vedono coinvolti super burocrati della commissioni tecniche del MIT (Ercole Incalza è il protagonista indiscusso dello scandalo assieme all’ingegner Perotti) e super manager pubblici e privati rispetto ai quali vi è stata vicinanza con i Lupi padre e figlio, ha rassegnato, dandone comunicazione alla Camera, le proprie dimissioni. Certamente la decisione è stata partorita da un ragionamento strettamente personale, ma tenendo in conto anche le sicure pressioni del Premier che non potevano essere pubbliche per evitare di sentenziare contro un membro, in un certo senso scomodo, del partito alleato di Governo ma non facente parte del suo giglio magico e per scongiurare polemiche sulla sua tendenza accentratrice e volontà di colonizzare ogni posizione di Governo e di prestigio senza aver vinto elezioni governative. Inoltre il Premier avrebbe dovuto sopportare velenose critiche sul fatto di aver voluto pubblicamente la cacciata di Lupi quando alcuni membri (Commissari o Sottosegretari) del suo Governo sono a tutti gli effetti al centro di indagini. Le dimissioni di Lupi, accolte con plauso da Renzi impegnato a Bruxelles, hanno allontanato i rischi e consentito al Premier, dal suo punto d’osservazione, di poter rafforzare ulteriormente l’Esecutivo (vedremo se ed in che modo ci riuscirà). Renzi ha tenuto a precisare che le dimissioni sono state opportune e sagge, ma nè dovute e nè obbligate (volontarietà confermata anche da Lupi). Il motto di Renzi e renziani in questo frangente è che per dare le dimissioni da una posizione di potere non è necessaria una indagine a proprio carico, ma basta l’opportunità politica di una scelta errata, viceversa, il fatto di essere indagati non implica automaticamente che debbano essere rassegnate le dimissioni; con questo, che pare quasi uno scioglilingua, Renzi e i suoi porgono i loro encomi alla scelta dell’ex titolare del MIT e giustificano eventuali indagati tuttora in carica.

Pur non sussistendo reato, dopo il Rolex da 10’000 € regalato da Incalza per la laurea di Luca Lupi, alcuni capi d’abbigliamento, la telefonata di Maurizio Lupi allo stesso incalza l’8 gennaio 2014 e la successiva assunzione di Luca (pare dietro un salario di 2’000 € lordi al mese, quindi certamente non spropositato) presso un cantiere su cui la coppia Perotti – Incalza avevano influenza, la posizione di Lupi senior risultava oggettivamente non più sostenibile nè difendibile. Per un politico vi è la questione dell’opportunità, del buon esempio etico-morale e del rispetto delle pari possibilità tra gente comune (che in questo paese rischia sempre più di sentirsi quasi marmaglia) ed élite politico-dirigenziale di poter emergere. In Italia del resto il concetto di “conflitto di interessi” è molto più lasco rispetto all’Europa, ormai siamo quasi pericolosamente assuefatti ai meccanismi clientelari. In qualsiasi altro paese non sarebbe stato normale che un amico quindicennale (Perotti) di una persona poi divenuta Ministro delle Infrastrutture e dei i Trasporti (Lupi), avesse una importante azienda di costruzioni, facesse regali alla famiglia del Ministro e vincesse tutte le gare per le maggiori opere pubbliche. Nel bel paese invece, non che sia la norma, ma capita sovente ed è ben tollerato dall’opinione pubblica… del resto l’amicizia è l’amicizia, ed un amico e per sempre (soprattutto se regala che so, un diamante).

Purtroppo questa vicenda riporta in auge oltre che gli scandali, il vizio della mazzetta e dell’approntamento degli appalti, anche quel meccanismo silente, in vigore da talmente tanto tempo da essere divenuto quali rassegnatamente accettato dalla popolazione, della relazione, delle conoscenze e del castismo quasi settario che permea ogni settore dell’economia, della finanza, del lavoro inteso come ingresso, progressione ed assunzione di posizioni apicali presso aziende sia pubbliche, sia partecipate parzialmente dallo Stato, sia totalmente private (principalmente grandi realtà che a mezzo di favori a personaggi di spicco potrebbero avere in cambio vantaggi che vanno da leggi favorevoli, a controlli più blandi ecc). Della possibilità, o per meglio dire non possibilità, di crescita sociale in Italia con conseguente incremento del divario economico-sociale, solo per citare gli ultimi due episodi, si era già parlato in occasione dell’affare Cancellieri – Ligresti e per lo scandalo Expo 2015 (nel quale, ora si scopre, essere coinvolto lo stesso Incalza).

La defezione in un ministro importate come il MIT da spazio a Renzi, che nel frattempo (che sarà poco precisa Renzi) ne ha ha assunto la carica ad interim, per fortificare ulteriormente la sua posizione, inserendo una nuova pedina a lui vicina all’interno dell’Esecutivo che piano piano sta diventando totalmente renziano. I nomi che si sentono più insistentemente, mantenendo costantemente alta l’attenzione perché in queste occasioni gli outsider sono sempre possibile, sono il renziano Luca Lotti, il sottosegretario Graziano Del Rio, il commissario anticorruzione Raffaele Cantone, l’AD Finmeccanica Mauro Moretti ed anche il PM Gratteri. Le posizioni da Ministro potrebbero addirittura essere due perché non è stata scartata l’ipotesi di una scissione tra infrastrutture e trasporti, dando i natali a due dicasteri separati, come un tempo lo fu già stato. Inoltre è possibile un movimento interno ai ministeri che necessiterà di un successivo e più ampio rimpasto di Governo.

Il MIT è un dicastero fondamentale soprattutto in un momento economico come quello che stiamo vivendo. La vicinanza all’EXPO (che ci mette al centro dei riflettori mondiali) ed al Giubileo sono solamente due elementi di indiscusso impatto, ma non quelli centrali.

Ciò che va considerato è che il MIT è responsabile di quelle infrastrutture verso le quali dovrebbero essere convogliati gli investimenti sia provenienti da Bruxelles (inclusi quelli del piano Juncker) sia nazionali, sia pubblici che privati, al momento deficitari in Italia ed Europa che dovrebbero fornire nuove opportunità di occupazione, spinta all’economia ed al mercato del lavoro, rendendo più strutturali quei segnali di ripresa che a margine dell’Eurogruppo lo stesso Presidente della Commissione UE Juncker ha ribadito essere non ancora strutturali a livello Europeo (e l’Italia dell’UE è il fanalino di coda). Ricordiamo che gli investimenti infrastrutturali sono stati una componente importante per il rilancio statunitense. Oltre a ciò non va mai dimenticata la necessità impellente del nostro paese di nuove infrastrutture, come la banda larga che per alcune tipologie di lavori rientra nelle competenze del MIT, e dell’aggiornamento di quelle esistente così come un più stringente e severo monitoraggio dei costi ed applicazione delle norme esistenti per evitare scandali, appalti gonfiati e gare truccate che afferiscono al perimetro degli sprechi i quali vanno ad incrementare quella spesa pubblica, zavorra dei conti pubblici che l’Europa ha intimato più volte di tagliare a mezzo della celeberrima spending review ad oggi ancora in qualche cassetto ministeriale.

Proprio sul debito è incentrato l’ultimo monito europeo e della BCE che certifica come per Italia e Belgio gli squilibri strutturali e di bilancio siano in aumento. Per quel che riguarda il nostro paese il problema principale rimane il debito che non rispetterà il percorso di rientro concordato e sottoscritto. La spesa pubblica è infatti ulteriormente aumentata nonostante maggiori ingressi fiscali ed il debito ha superato il 132% del PIL contro una stima presente nel DEF consegnato a Bruxelles di circa 128%; fortunatamente uno spread più basso riduce in modo non trascurabile la spesa per interessi.

Il MIT è quindi una funzione fondamentale, perché parimenti alla sanità, dispone di un’enorme ammontare di risorse economiche includendo la possibilità di attingere a fondi europei, ha la possibilità di gestire infrastrutture ed opere ad alto potenziale in termini di ritorno sul lavoro, sulla creazione di indotto, sul PIL e sull’economia in generale (la conclusione di una grande opera può portare fino a qualche punto di PIL); i risultati del MIT sono facilmente valutabili dall’UE; gli sprechi e gli scandali che coinvolgono le infrastrutture sono di grande portata e visibili a tutto il mondo, ormai è noto che 1 Km ferroviario in Italia costa nel migliore dei casi il doppio che in Germania, ma ad esempio nell’indagine Sistema che coinvolge Incalza si sale ben oltre tale percentuale.

Fare in modo che il MIT funzioni correttamente, che vi sia un Ministro competente ed onesto non scelto solo per appartenenza e vicinanza politica e che le commissioni e le burocrazie tecnocratiche, che in certa misura sono necessarie a supportare un dicastero complesso come il MIT, non siano invise dei soliti volti con le mani in pasta ovunque e che lavorano per posizionare persone ed ottenere favori personali e di partito più che per costruire il progresso del paese, è fondamentale. Lo è per l’immagine dell’Italia per il suo sviluppo e per la fiducia dei cittadini nelle istituzioni e nelle singole persone che ne fanno parte. Fiducia comprensibilmente mai stata così bassa che deve essere riconquistata allontanando i sospetti attuali, le vicende del passato e dimostrando fattivamente la volontà di cambiare le persone non meritevoli ed eticamente non probe, le prassi e le procedure così come i metodi e le modalità di lavoro che lasciano spazio a comportamenti viziosi, facendo rispettare controlli, leggi, norme e pene già esistenti.

Link:

  1. L’ Expo 2015 e la credibilità da conquistare 10/05/14
  2. I controlli su Expo 2015 12/05/14
  3. Expo2015, Mose e gli investimenti esteri vanno a picco… 08/06/14

21/03/2015
Valentino Angeletti
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Una Risposta

  1. Ho recensito un film che riflette proprio sulla corruzione dei politici: https://wwayne.wordpress.com/2014/01/08/il-fine-giustifica-i-mezzi/. Che ne pensa?

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